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Quello di diventare sommelier è un sogno che oggi hanno nel cassetto sempre più persone. Spesso si tratta di chi nutre già una passione per il vino o di chi possiede piccole esperienze nel settore e vorrebbe specializzarsi, magari come intenditore di bollicine, tra prosecchi o champagne francesi. A volte però ci sono anche persone che sono dei semplici appassionati e vogliono saperne di più sull'argomento. Il problema è che spesso non ci si riesce ad orientare, tra le molte proposte sul mercato di corsi, non sempre qualificati e qualificanti. Oggi cerchiamo di darti qualche dritta utile in tal senso, se stai pensando di diventare sommelier.
Il Prosecco è tra le bollicine più consumate in Italia e nel mondo. Perfetto come aperitivo, si sposa benissimo anche con pietanze fresche ed appetitose tanto che c'è anche chi non lo disdegna con i dolci! In estate, poi, è una vera delizia. Ma come nasce il Prosecco, quali sono le sue origini e perché si chiama proprio così? Vediamolo insieme.
In un altro post di questo blog abbiamo parlato dei metodi più conosciuti per la “lavorazione” e la spumantizzazione dei vini bollicine, in particolare del Prosecco: il Classico o Champenoise e lo Charmat (Martinotti). Esiste però un metodo molto più antico, il primo in assoluto nella storia dedicato ai vini frizzanti, completamente naturale: il metodo ancestrale. Vediamo, pertanto, in cosa consiste il metodo ancestrale e che differenze ci sono rispetto al metodo Charmat e al metodo Classico. La caratteristica principale del metodo ancestrale è quello di non utilizzare alcuna sostanza estranea al vino e ai prodotti della terra, men che meno ritrovati chimici. Possiamo dire che si tratta di una via di mezzo rispetto agli altri due metodi, anche se forse si avvicina di più allo champenoise (o classico) rispetto ad uno Charmat/Martinotti. Vediamo allora nello specifico in cosa consiste il metodo ancestrale e qual è la sua storia.
Un vino Prosecco non può dirsi tale se non viene sottoposto alla rifermentazione chiamata spumantizzazione ossia il procedimento che crea e garantisce le famose bollicine per cui questo vino è tanto famoso nel mondo. Vi sono però diversi metodi per la spumantizzazione. I metodi più utilizzati sono il metodo Classico e il metodo Martinotti, noto anche come metodo Charmat. Esiste poi il metodo ancestrale o antico, del quale parliamo in un altro post dedicato. Cerchiamo qui di capire qual è la differenza tra i due metodi principali di rifermentazione del vino base e quali sono i risultati in bottiglia e in bicchiere.
Quanti di noi al momento dell'aperitivo ordinano un calice di prosecco? Tanti, evidentemente, visto che questo spumante in Italia è legato ai momenti di convivialità e spensieratezza. All'estero invece si conferma come uno dei vini italiani più conosciuti ed apprezzati, da sempre associati all'Italian lifestyle, e viene bevuto anche a tutto pasto. Gli estimatori del prosecco amano il suo perlage persistente e la facile bevibilità e quel sentore fruttato di frutta fresca e crosta di pane.
Non tutti sanno, però, come si arriva a questo vino e qual è il procedimento che dall'uva porta alle mitiche bollicine. Pertanto, come si fa il prosecco? Ecco in che modo si ottengono le mitiche bollicine.